Nel precedente articolo, abbiamo condiviso con voi genitori contenuti sulle forme di violenza tra i/le giovani.
E vi abbiamo chiesto apertamente di non nascondere nè la violenza subita nè quella agita dai/dalle vostri/e figli/figlie.
Ci rendiamo conto che non è semplice, in nessuno dei casi, individuare, ammetterne la presenza ed affrontare questo tipo di problema, ma vi chiediamo anzitutto di riflettere su un aspetto:
se vostro/a figlio/a vive episodi di violenza ripetuti e prolungati, uno dei rischi e delle conseguenze, anche a lungo termine, è il vissuto di solitudine misto alla percezione di assenza di speranza. Chi ha bisogno di aiuto, perché subisce o agisce un atto violento, spesso sente di non aver futuro.
I vissuti depressivi, che si possono celare dietro episodi di violenza giovanile, possono avere effetti negativi per lo sviluppo, nonché essere l’anticamera di disturbi mentali, difficoltà comportamentali e della condotta, pensieri o azioni suicidari.
Non lasciamo soli/e i/e le nostri/e adolescenti, ignorando segnali che spesso sono molto evidenti e/o legittimando la violenza con narrazioni distorte del tipo “ma sì, è solo una bravata” o ” forse stai esagerando, il suo è un modo di volerti bene”.
Ma quali le risorse e gli strumenti per denunciare la violenza adolescenziale?
“La violenza costituisce un reato […] Tra i reati perseguibili d’ufficio che possono interessare gli e le adolescenti nelle situazioni di violenza, si ricordano:
– Maltrattamenti contro familiari e conviventi (art. 572 c.p.);
– Abuso di mezzi di correzione o di disciplina (art. 571 c.p.);
– Stalking (atti persecutori) su un minore o una persona con disabilità (art. 612 bis c.p.);
– Prostituzione minorile (art. 600 bis c.p.); pornografia minorile (art. 600 ter c.p.); iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile (art. 600 quinquies c.p.); tratta di minori (art. 601, comma 2 c.p.); adescamento di minori (art. 609 undecies c.p.).
[…] Per quanto riguarda la violenza sessuale, per i minorenni la nostra legge prevede una specifica ulteriore. Oltre ai casi in cui viene riconosciuta una violenza – e quindi l’atto sessuale è avvenuto senza il consenso di una delle parti- un minorenne è punibile anche se compie atti sessuali con un’altra persona minorenne che non ha ancora compiuto 13 anni o se la differenza di età fra i due è superiore a quattro anni”
(Lucia Beltramini, “La violenza di genere in adolescenza- Una guida per la prevenzione a scuola”, Carocci Editore, pag. 22).
In casa ed in famiglia, quali passi si possono compiere?
Se nutrite anche il minimo sospetto o avete comprovati riscontri di violenza subita/agita, confrontatevi immediatamente tra voi genitori: ciò che non è adeguatamente pensato, non può esser affrontato nel reale.
Ci teniamo a suggerirvi azioni da compiere:
- Ascoltate, vostro/a figlio/a, in un clima rassicurante, non giudicante e sicuro. Rimandategli/le cosa sospettate, fate domande con tatto e delicatezza, offrite il vostro aiuto esplicitando chiaramente che sarete insieme, in ogni fase. Al/alla ragazzo/a andrà spiegato che esistono conseguenze su un piano reale per ciò sta subendo/agendo, che queste vanno affrontate. Anche se in famiglia vi sono forti conflittualità e/o situazioni di separazione/divorzio, sentire i genitori uniti per l’adolescente è essenziale.
- Rivolgetevi a figure essenziali per gestione della violenza: psicologi/ghe psicoterapeuti/e, neuropsichiatri/e infantili, pediatri/e. Ancora avvocati/e. Potrà essere essenziale la collaborazione, discreta ed insieme autentica, di insegnanti, preside, personale scolastico o altre figure di riferimento per la formazione/educazione dell’adolescente.
- Tenete in considerazione il ruolo delle Forze dell’Ordine per la messa in sicurezza di vostro/a figlio/a: non solo se è vittima ma anche se agisce violenza, per fornire lui/lei un’immediata chance di fuoriuscire da situazioni gravi, per la sua stessa sopravvivenza.
- Valutate infine la possibilità di intraprendere un percorso di sostegno psicologico e psicoterapico che sia di supporto all’intero nucleo familiare e/o di sostegno alla vostra genitorialità. Si tratterebbe di uno spazio- tempo dove – codificare e narrare quanto sta accadendo, dandogli nuovi significati; – dove esplorare stereotipi e pregiudizi sul Genere che tutt’ora possono o possono aver alimentato processi di violenza; – infine dove affrontare sensi di colpa, tipici nei genitori che vivono la frustrazione di non aver compreso fino in fondo il disagio del/della figlio/figlia.
Per approfondimenti, di seguito una sitografia utile:
https://sip.it/?s=violenza&term= (Società Italiana di Pediatria)
https://www.medicinadelladolescenza.com/
https://www.generazioniconnesse.it/site/it/home-page/
Se sentite la necessità/urgenza di confronto e supporto clinico, questi i nostri contatti:
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