In Arca, negli ultimi mesi in cui abbiamo preparato i contenuti delle #NoViolenceWeeks , ci sono capitati tra le mani informazioni, aggiornamenti e articoli più disparati (troppi, pensiamo!), sul tema della #violenzadigenere, specie in #adolescenza.
Ne abbiamo selezionati due in particolare per condividere, con i genitori che ci seguono, delle riflessioni.
Nel primo articolo, si racconta di un approccio/risposta al bullismo, un esperimento sociale che potrebbe rivelarsi positivo (se non rimane un caso isolato).
E’ una storia che ci fa venire in mente il concetto di “adolescente come risorsa”: e’ quanto meno fuorviante e limitante scegliere di vedere il/la giovane solo come portatore/portatrice di aggressività e violenza, non in grado di scegliere, incapace di reagire. Molto spesso la violenza giovanile è l’apice di un bisogno non colto e/o di risorse, soprattutto intrapsichiche, non adeguatamente valorizzate dagli adulti di riferimento.
Le adolescenze sono realtà fatte di difficoltà, crisi e sfide ma anche di importanti opportunità: l’adolescente che viene impiegato/a nella lotta ad un fenomeno che è associato a lui/lei (spesso sotto forma di immutabile #pregiudizio) è una persona a cui vengono riconosciuti
visibilità e dignità;
creatività e capacità di pensiero e azione;
competenze e problem solving.
Ci piace pensare che questa sia un’iniziativa per affrontare il bullismo già conclamato, chiedendo il contributo dei/delle protagonisti/e dell’agenzia Scuola .
Tuttavia desideriamo ricordare e sensibilizzare, anche mediante le #noviolenceweeks, circa la necessità di un #prevenzione più ampia del fenomeno e di una promozione attiva di contesti di #pariopportunità e #nonviolenza.
Secondo articolo, per le #NoViolenceWeeks di Arca.
Il sondaggio Survey Teen Community, realizzato da Fondazione Libellula , ci parla della percezione che il campione di giovani selezionato ha della #violenzadigenere.
Gli stereotipi sul #genere, nel sondaggio, influenzano di certo tale percezione: le ragazze sono coloro che colgono maggiormente la violenza (e condividono l’esperienza vissuta). I ragazzi percepiscono in minor misura un comportamento violento e se, lo subiscono, non ne parlano, poiché tendono a risolvere in autonomia. L’aspettativa sui #generi che ne esce è di una fragilità insista nel femminile e di una indipendenza isolante nel maschile. Ma le cose non stanno e non possono più essere così!
Il modo in cui codifichiamo un evento dipende non solo da meccanismi neurobiologici ed intrapsichici, ma anche e soprattutto dalle influenze relazionali e del mondo esterno. Gli/le adolescenti sono calati all’interno di una serie di sistemi (familiare, del gruppo dei pari, sociale e culturale) che li/le espone quotidianamente ad una gran quantità di stimoli: se questi sono rappresentati da
lo stereotipo di genere,
il pregiudizio sociale,
la discriminazione e la violenza,
allora l’emergenza sociale è garantita.
Gli esiti del sondaggio sono preoccupanti, ma sono di certo una base fondamentale su cui lavorare, per offrire ai #genitori ed ai/alle loro figli/figlie adolescenti nuove chiavi di letture
dei rapporti umani,
dell’innamorarsi,
del conflitto,
del consenso e dell’autoderminazione,
del lasciarsi.
“È evidente dunque la necessità di un cambiamento strutturale che ci insegni il rispetto dell’altro, della propria individualità e dei propri spazi, a prescindere dal genere”. (Debora Moretti, Fondatrice e Presidente di Fondazione Libellula Impresa Sociale).
Arca.