Il 14 febbraio si festeggia la festa dell’Amore.
Guardatevi intorno, osservate:
Come è raccontato?
L’aspettativa classica è che l’uomo regali dei fiori alla sua donna….e se accadesse al contrario?
Le immagini delle pubblicità condividono per lo più il messaggio della coppia maschio-femmina…..e tutte le altre coppie?
Le tradizioni raccontano di donne fragili e amorevoli che attendono l’arrivo di maschi senza macchia e senza paura…..e se non fosse così?
Spesso nelle coppie che “festeggiano” l’amore, vi sono ruoli cristallizzati, stereotipati, che sostengono processi di violenza sottilissimi ma terribili….e se questi non emergessero mai?
“Il mito dell’amore romantico….della galanteria, dell’amore cavalleresco….che apparentemente protegge ma che di fatto imprigiona in una gabbia dorata. Questo bias cognitivo ha contribuito a creare aspettative e proiezioni nelle donne, ansie da prestazione negli uomini, frustrazione in entrambi. Nella cultura patriarcale, la donna è incoraggiata a una forma di altruismo autosacrificale e dipinta come “naturalmente” predisposta al perdono, alla pazienza infinita nei confronti del partner, ad autoannularsi per l’altro, per amore…”.
(M.A. Di Gioia, “Com’è l’acqua? Riconoscere ogni giorno il mare invisibile del patriarcato, Ed. Settenove).
Arca vi augura di dedicare la giornata del 14 Febbraio a riflessioni su un Amore fatto di
🟢Parità
🟢Reciprocità
🟢Ascolto
🟢Consapevolezza… in primis di sé.
È possibile amare di un amore sano solo se si è imparato ad amare e conoscere se stessi.
È amore quando la progettualità di coppia non mortifica l’autodeterminazione di entrambi/e.
Arca